giovedì 28 gennaio 2010

NBA - Le sorprese della stagione

Lanciando anche uno sguardo a chi potrà essere il MIP(Most Improved Player) of the year, diamo un' occhiata a quelli che sono i giocatori più sorprendenti, o più migliorati di questa stagione regolare.

In primis, impossibile non menzionare il nostro Danilo Gallinari. Passato da un' anonima stagione da rookie, falcidiata dagli infortuni, a una straordinaria stagione da shoopmore, che fuga ogni dubbio scatenato dalla sua scelta operata nel draft 2008 dai Knicks.
Danilo, è passato dai fischi che Madison gli riservò nel giorno della sua scelta, all' essere una delle bandiere dei blu-arancio.
Se il suo cristallino tiro da tre, preso sempre senza paura, come testimonia il dato che lo vede essere il giocatore con più triple a seno in stagione (probabile una presenza al three-point shootout), è l' arma principale, non manca il solito apporto di versatilità al gioco, che a suon di illuminati passiaggi e monser dunk, gli vale una candidatura a sorpresa dell' anno.

Da qualche anno a questa parte, gli Houston Rockets si rivelano specialisti nel fornire alla causa grandi sorprese a livello di singoli.
Quest' anno in Texas spiccano due nomi. Aaron Brooks e Carl Landry.
Il folletto Brooks, dopo gli exploit degli scorsi playoff, si è guadagnato un posto fisso da titolare, il suo talento viene espresso a pieno sul campo e sul referto, il giovane talento di "Hou", può sognare addirittura una presenza all' All-Star Game.
Landry doveva portare sulle spalle l' eredità lasciata dell' infortunio di Yao, poco male. Il sottodimensionato centro del Toyota Centre, è un' insaziabile lottatore quanto un giocatore di classe, un attaccante quanto un difensore. E si vede....

Rimanendo nella western conference, è stato impossibile non notare la sorpresa che nelle prime settimane di stagione ha suscitato la crescita di Channing Frye.
Il talento dell' Arizona, smarrito fra Portland e Detroit, tornato a casa, in quel di Phoenix, si è dimostrato incastro offensivo perfetto nel quintetto dei Suns, come centro atipico, in grado di lucidare una mano da tre che nessuno avrebbe minimamente scorto nelle passate fasi della sua carriera.
Con i panchinari a coprigli le spalle, nelle sue mancanze difensive e a rimbalzo, Frye è stato l' emblema della rinascita dei Suns.

Ultimo dei nomi più limpidamente visibili nella categoria e quello di Gerald Wallace.
Allo spaventoso atleta dei Bobcats il talento non è mai mancato, ma da quest' anno con l' arrivo di Stephen Jackson (anche lui nota più che lieta), a togliere pressione in attacco e con la quadratura del cerchio trovata dal geniale coach Brown, GW ha potuto pienamente mettersi in mostra.
Il suo apporto parte da una difesa atletica e ultra aggressiva, che lo individua come uno dei migliori della lega. In attacco ha tratto profitto dal suo ruolo di secondo violino, usufruendo soprattuto di contropiedi lanciati, chiusi spesso con schiacciate da brivido.
E se ne sono decisamente accorti, le sue continue apparizzioni nella top 10 di NBA.COM, lo porteranno a preseziare per la seconda volta in carriera alla gara delle schiacciate.

Questi sei sono i nomi maggiormente degni di nota,ma di altri se ne possono fare a valanghe.
Jerrid Bayliss è la virtù nata dalle necessità dei Blazers, "grazie" alla tremenda serie di infortuni, Bayliss, ha potuto mettere in mostra un talento già noto a molti,ritalgiandosi uno spazio importante con grandi prestazioni.
Senza dimenticare i due JJ: Barea e Redick, chi esploso dal nulla, chi ritrovato dai tempi del college.

Con una doverosa menzione al nostro Marco Bellinelli, chiudo il mio dossier sulle note veramente liete di questa pazza stagione.

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